Dario Moschetta
Dario Moschetta sviluppa una ricerca pittorica basata sulla stratificazione, intesa non solo come tecnica ma come metodo di osservazione della realtà. Le sue opere sono costruite per accumulazione: immagini, segni, carte, abrasioni e colori convivono sulla superficie come tracce di un vissuto, mai lineare, sempre parziale.
Il volto umano e il paesaggio urbano sono temi ricorrenti, trattati come luoghi di memoria e transizione emotiva. I soggetti non vengono mai descritti in modo definitivo, ma emergono dalla materia, come colti in una fase di emergenza o di dissoluzione. La pittura diventa così uno spazio di tensione tra presenza e assenza, tra riconoscibilità e perdita.
La pratica di Moschetta dialoga con l'estetica del collage e con una sensibilità contemporanea che guarda al consumo dell'immagine e alla sua fragilità. Le superfici marcate e irregolari evocano manifesti urbani usurati dal tempo, restituendo un'immagine mai patinata, ma profondamente umana.
In questo equilibrio tra gesto e controllo, tra figurazione e materia, l'artista costruisce un linguaggio personale che invita lo spettatore a un'esperienza di osservazione lenta e partecipativa. Le opere non chiedono di essere decifrate, ma abitate: come frammenti di storie aperte, capaci di attivare un rapporto intimo e silenzioso con lo spettatore.